giovedì 15 settembre 2016

M5S, IL MODELLO SPARTANO NON FUNZIONA PIU'


Il Direttorio e Beppe Grillo sembrano non  averlo ancora compreso, ma il futuro del m5s, dopo le ultime vicende, è appeso metaforicamente proprio all’ “Appendino”, mostrato alla finestra dopo le vittorie di Roma e Torino,  di una ricomposizione interna tra due anime del m5s: quella ortodossa, carismatica rappresentata da Di Battista e Di Maio, e quella pragmatica  di Pizzarotti (a cui si dovrebbe chiedere scusa).




Appendino e Pizzarotti sono infatti tra i pochi leader pentastellati, che, alla prova concreta dei fatti, hanno dimostrato idee chiare e buon governo. Di Maio rischia già essere il passato, con un’immagine  bruciata dai media ostili più che dai suoi errori umani di gestione,  a meno che non ne  tragga umilmente insegnamento e si faccia lui stesso  promotore di un radicale cambiamento, recuperando il rapporto più diretto con la base e lo stesso sindaco di Parma.

  
I problemi, che i vertici del  m5s dovrebbero dunque affrontare e risolvere, a mio parere, sono sostanzialmente tre:

1) il caso Roma, dove gli incontri tra direttorio, Grillo e Raggi, non hanno prodotto la chiarezza necessaria per  sanare il danno d’immagine. Errori di Di Maio a parte, la dichiarata trasparenza, da parte della Raggi, non si è vista e non si capisce effettivamente a che gioco stia giocando viste alcune scelte ambigue, a meno che non si decida a spiegarle pubblicamente. Il segnale forte e chiaro, mandato da Grillo, di fronte agli attacchi autolesionisti ed infantili di Lombardi e Ruocco,   era  necessario, ma i problemi irrisolti di fondo ed i dubbi restano anche in molti della base;

2) la improcrastinabile necessità di una riorganizzazione interna, con  nuove regole condivise, votate democraticamente dalla base, l’allargamento del direttorio e dello staff attraverso un metodo democratico e votazione degli iscritti.
In questo processo verrebbe utilissima l’esperienza maturata sul campo e le idee chiare di Pizzarotti, che dovrebbe essere un valore aggiunto, non certo un nemico. Il prossimo raduno di Palermo ci dirà se qualcosa sta cambiando, ma ne dubito.

3)migliorare la gestione, il coordinamento, la comunicazione in rete e sul territorio,  per costruire  programmi e progetti di medio lungo periodo in tutti i settori, proponendo, come sintesi finale, una idea alternativa di paese che  va comunicata ai cittadini. Un modello che contenga linee guida.  obiettivi chiari e condivisi, verifiche in itinere del percorso fatto, che preveda gli strumenti più idonei per raggiungerli e individuando per tempo gli   uomini giusti da mettere al posto giusto.
Una  squadra di governo, insieme ai necessari controlli, va preparata ed organizzata  prima e non, come si è fatto a Roma, dopo. Ecco perché occorre muoversi da subito.

Quel che ancora i vertici attuali  del m5s, non hanno capito è che, non avendo individualmente esperienza politica, di governo, di strategia, debbono colmare queste carenze  imparando  almeno a lavorare in gruppo, collettivamente ed in modo unitario, col supporto fondamentale della base.
In questo processo, le decisioni importanti, politiche e di strategia dovrebbero essere insomma prese sempre collettivamente tramite consultazione e voto degli iscritti, attraverso opportuni canali di dialogo.
Se ci si ferma infatti ad una democrazia prevalentemente  delegata non si capisce in cosa il m5s si distingua dai metodi fallimentari della partitocrazia tanto criticata.

Vorrei precisare che tutto questo non significa affatto  trasformazione del m5s  in partito,come vorrebbero i suoi avversari e come si rischia invece di cadere con l’attuale gestione ristretta di vertice,   ma solo migliorare organizzazione e coordinamento potenziando gli strumenti esistenti in rete e, contrariamente a quanto affermano coloro che la irridono o la temono,  sostituire gradatamente  il processo decisionale dall’alto con quello dal basso attraverso una    democrazia diretta ben organizzata e regolamentata.  Credo sia anche questo che intende Pizzarotti quando parla di ritorno allo spirito delle  origini. Come dargli torto? Mi auguro solo che ora non contribuisca ad aggravare la situazione, già precaria, del movimento, con scelte di rottura
Studi recenti dimostrano peraltro che la democrazia diretta funziona meglio sui grandi numeri piuttosto che sui piccoli. Dunque serve estendere gradatamente il suo utilizzo attraverso piattaforme già esistenti. e coinvolgendo sempre più cittadini.

La fase storica  delle decisioni prese dal vertice, o da un direttorio, dei personalismi si è rivelata oggi, nei fatti,  non più idonea ed  è il tempo, a mio parere, di passare con coraggio,  dalla oligarchia spartana alla democrazia ateniese.

Mi pare l’unico modo serio per uscire dalla crisi e rilanciare con forza, unitariamente, l’azione del movimento.




6 commenti:

  1. concordo ed invito tutti a pressare per fare in modo che si avvii velocemente questo processo.

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  2. pienamente d'accordo. A Roma situazioni strane e non risolte.... Leggo su Repubblica che la Raggi procrastina la decisione sulle Olimpiadi. Ma stiamo scherzando? Dopo tante analisi da parte di 5*?.... E i figuri di cui tende a circondarsi? ....

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    1. Leggi su Repubblica... hai detto tutto.

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    2. Già Repubblica non fa testo, quel che occorre fare è capire se tratta solo di gelosie interne o se c'è altro, ma non sarà facile.

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  3. Speriamo lo capiscano e si cambi velocemente percorso.

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    1. Ne dubito sono toppo rigidi ed in alcuni casi ottusi.

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