Grillo
sembra averne preso finalmente atto dopo che, da mesi, molti della
base, ma anche dei parlamentari premevano in questa direzione.
Da iscritto al Movimento, mi auguro solo che si proceda rapidamente verso
una ristrutturazione che sani alcune contraddizioni interne, peraltro in
conflitto rispetto a quelli che sono e restano i valori fondanti essenziali del
Movimento e legati ad una gestione troppo verticistica ed elitaria da
parte dello staff.
Se il M5s vuol fare il passo definitivo verso
una sua piena maturità, occorre dunque cambiare coraggiosamente alcuni
meccanismi ritrovando lo spirito delle origini ma con regole nuove, codificate
e condivise, più consone alla crescita esponenziale del Movimento adattandole
alla situazione attuale ed in una prospettiva di governo anche nazionale.
Al di là degli attacchi strumentali di media e avversari,
diversamente dalla partitocrazia, il M5s è ancora un albero dalle
radici sane, quel che ancora manca, a mio parere, è dunque solo una
migliore organizzazione e coordinamento interno del lavoro collettivo ed il
coinvolgimento della base e delle competenze dei cittadini in questo processo.
Questi, a mio avviso, dovrebbero essere i passaggi chiave di
questo percorso:
– allargare il direttorio con deleghe funzionali, per
competenze, ad altri gruppi di gestione su aree specifiche;
– definire col concorso degli iscritti, magari anche attraverso una
grande assemblea plenaria, regole scritte, chiare e condivise, da definire
e proporre all’approvazione della base, per gestire con uniformità ed equità le
situazioni locali e produrre maggior unità, lavoro collettivo e di squadra,
evitando situazioni come quella di Quarto e del caso Pizzarotti (trattato
diversamente dalla Muraro);
– a livello locale, almeno nelle città più grandi servirebbe
un gruppo referente per coordinare e supportare l’azione dei sindaci, mentre le
candidature andrebbero proposte sulla base di nuovi criteri basati maggiormente
sulle competenze. Il voto per il candidato sindaco, andrebbe esteso, nei grandi
centri, a tutti gli iscritti, dopo una prima scrematura a livello
locale;
– potenziamento del gruppo comunicazione e più frequente
consultazione, dei cittadini e base iscritti in rete. Una pagina comune su
Facebook oltre alla piattaforma Rousseau, meglio gestita e con uno staff
trasparente eletto a rotazione, potrebbe essere molto utile insieme a maggior
presenza in tv per smontare le mistificazioni imperanti;
– maggiore democrazia interna e nuovi strumenti per quella
diretta. Lex iscritti, per quanto sia uno strumento utile e
rivoluzionario, è ancora gestita dall’alto e, se consente ad ogni iscritto di
proporre leggi, non ha risolto il problema di un necessario completamento ed
aggiornamento dei programmi in tutti i settori, con piani e progetti, di breve
medio e lungo periodo, col supporto delle competenze dell’intelligenza
collettiva.
– stabilire, una volta per tutte, come e chi debba decidere
sulle questioni più importanti: un direttorio allargato o, più
democraticamente tramite la consultazione e voto degli iscritti?
– Allargare anche l’area dei garanti che dovrebbero essere
scelti e votati, all’interno di un’area di nominativi su proposta dell’attuale
garante unico e del Direttorio, sempre dagli iscritti;
– visti i continui e persistenti attacchi mediatici,
creare di un gruppo addetto a comunicazione e controinformazione, magari
con la creazione di un blog-giornale autogestito da iscritti con competenze in
scrittura in supporto al blog di Grillo.
Insomma è fondamentale, a mio parere, completare il processo
diuna reale democrazia diretta e partecipata, utilizzando anche altre
piattaforme avanzate già sperimentate localmente.
Uscire insomma dal verticismo, forse necessario
in una prima fase, ma che ora rischia di diventare fonte di spaccature e di
immobilismo e dall’improvvisazione generata dalla mancanza di regole scritte.
Tutto il resto verrà da sé e fa parte dello spirito e dei
valori di fondo del M5s, quelli che, pur con tante attuali contraddizioni, lo
differenzia profondamente dalla partitocrazia. Ecco perché tutti gli
attacchi mediatici di questo mondo non sono ancora riusciti a scalfirne il
consenso.
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