martedì 13 marzo 2018

M5S E LEGA POSSONO CONVERGERE SU UN PROGRAMMA COMUNE

In questi giorni, pur avendo perso le elezioni,il Pd si è ritrovato comunque al centro della scena,  più per pressioni e ragioni  mediatiche che  politiche. Non mi risulta infatti che né la  Lega, né il M5s abbiano mai chiesto direttamente a questo partito  di rendersi disponibile per una alleanza di governo.


Ci si dimentica inoltre  che  abbiamo un Paese da risanare dopo anni di malgoverno con tanti problemi, compresa quella di una indecente legge elettorale,  cui occorre dare nuove risposte. Inoltre,  siamo sicuri che, viste le politiche neoliberiste fallimentari attuate   da Renzi e la  mutazione genetica del Pd un suo coinvolgimento nel governo sia davvero utile?.

Se confrontiamo i programmi delle tre forze politiche principali, si nota che tra Pd e M5s, a parte qualche generico tema sui diritti sociali, la sburocratizzazione, banda larga e digitalizzazione della PA,  non ci sono altri punti in comune. Soprattutto è diversa l’impostazione della linea economica (Keynesiana nel M5s, neoliberista nel Pd) e dei progetti a medio lungo termine, che rilevo solo nel programma del M5s, mentre in quello del Pd si persiste con la politica  degli ottanta euro ed una visione del lavoro assai diversa. Dal “lavorare meno ma tutti” del M5s si passa alla logica del Jobs act per quanto riveduto.

D’altra parte, confrontando i programmi di Centrodestra e Pd le cose cambiano poco nonostante  la linea economica di fondo appaia più simile.

In realtà, anche se esiste una profonda differenza ideale e di impostazione economica, si colgono molte più somiglianze di temi nel programma del M5s e della Lega  che in quello del Pd. Si scopre, paradossalmente, che ci sono molti più punti di sinistra nelle proposte della Lega e soprattutto in quelle del M5s.
Se guardassimo unicamente agli interessi dei singoli partiti, sia per la  Lega che il M5s  sarebbe più conveniente tornare subito al voto capitalizzando la crisi di Pd e  Pdl , il che renderebbe forse più facile raggiungere una piena  autonomia di governo o   convergenze con un Pd davvero derenzizzato. D’altra parte, per  rispondere  invece pienamente ai bisogni espressi dagli elettori e agli interessi dell’Italia , ci si dovrebbe impegnare  per  la nascita di un governo di cambiamento, ma stabile, capace di  risolvere i problemi sociali più urgenti e nel contempo  costruire un modello diverso.

Data l’impossibilità  di procedere verso questa soluzione ideale,  occorre . a mio avviso, impegnarsi per  risolvere almeno  alcuni  problemi  più urgenti con interventi sulla povertà, ambiente, lavoro, istruzione, pensioni ecc.

Vista l’indisponibilità autolesionista del Pd , a meno di  un  ritorno immediato ad elezioni,  mi pare che il M5s sia costretto perciò  a cercare un dialogo solo con la Lega chiedendone l’appoggio per un  governo di minoranza. Ci sono diverse proposte  comuni  utili al Paese che potrebbero essere approvate:  una revisione graduale della legge Fornero,,l’avvio di un processo di  sburocratizzazione, l’ introduzione  in costituzione del vincolo di mandato, il taglio dei vitalizi, una   migliore gestione dell’immigrazione, la digitalizzazione della PA e sviluppo della banda larga, il ripristino articolo 18, la  revisione del jobs act,  il ripristino dell’art. 18, un maggior contrasto in Europa ai suoi vincoli   ecc. Non mi pare cosa da poco.

Altri punti prioritari ed irrinunciabili per entrambe queste forze politiche potrebbero i inoltre   essere concordati e trovare risposta (il reddito di cittadinanza, il conflitto di interessi e l’avvio di una flax tax  compatibile con le esigenze generali di bilancio ecc).Se poi non ci saranno altre convergenze si potrà cambiare la legge elettorale e tornare al voto con la consapevolezza di aver ben operato.


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