martedì 11 ottobre 2016

UN REFERENDUM, SENZA MERITO, DA BOCCIARE PER IL METODO

Credo che le ragioni del no  alla riforma costituzionale,  siano state raccontate oltre ogni misura  in questi giorni. Un tormentone infinito che, senza il pompaggio mediatico scatena-tifoserie,  non interesserebbe nessun cittadino  se non fosse in gioco la speranza ( per alcuni) di mandare  a casa Renzi, per altri di riconsegnargli  lo scettro incrinato   del reame del pifferaio magico.



 Dibattiti  prolissi, con troppi tecnicismi, vecchi politici riesumati dalle panchine dei giardinetti per fare da specchietto per allodole ai soliloqui renziani , costituzionalisti competenti ma barbosi privi,  di quelle capacità comunicative che sarebbero necessarie per contrastare la propaganda massiva  del Presidente del Consiglio.
D'altra parte, Renzi  evita con cura i  confronti diretti con Salvini,  Di Maio e Di Battista preferendo scontri a distanza con i sette nani : Bersanolo , D’Alemalo e compagnia  e, in tv,  con   politici di vecchio corso. Evidente l’ intento di  far passare l’idea, anche fisica,  di uno confronto tra vecchio e nuovo, tra conservazione e presunto cambiamento.

Come cittadino che ha a cuore il bene del Paese e perciò vuole mandare a casa Renzi  sono  tuttavia costretto, seppur di  malavoglia, a ricordarvi almeno   alcune ragioni del no, adeguandomi  all''andazzo generale,   per poi  poter esaminare la sostanza del metodo e la vera unica ragione di  merito:

-non si va verso una semplificazione dell’iter parlamentare,  né verso l’abolizione del” ping pong” Camera-Senato ma  verso una sua complicazione;
-il senato non viene abolito ma sostituito da una camera di nominati, con immunità parlamentare, che dovranno  svolgere un doppio lavoro di amministrazione locale e occuparsi di questioni europee;
-i risparmi saranno minimi rispetto a quanto si potrebbe fare con leggi ordinarie ( come dimostrato recentemente dalle proposte presentate dal m5s);
-i testi sono scritti male, in modo pasticciato e confuso, non si capisce esattamente come funzionerà quel che rimane del senato mentre, Il combinato disposto riforma costituzionale-legge elettorale( che ora Renzi vorrebbe cambiare solo per impedire al M5S di vincere), produrrà lo strapotere della maggioranza rispetto alle opposizioni mettendo a rischio la democrazia, tendenza accentratrice ed antipopolare   confermata dall’aumento del numero di firme necessarie per poter indire referendum. ecc. ecc .

Ora che ho recitato, ipocritamente,  pure io la mia parte,  diamo una notizia alle tv di sistema: i cittadini, un minimo informati sulle vicende politiche di questi ultimi due anni, non hanno  affatto  bisogno, più di tanto,  di entrare nei contenuti di una riforma attraverso confronti  tecnici. Hanno già capito dove stia la sostanza.
Chi vuole liberare l’Italia  dal “Renzusconismo”, quasi permanentemente al potere in quest’ultimo ventennio, ma anche dei suoi dis-valori e collusione coi poteri forti,  voterà comunque no.  Chi ama  la conservazione, teme il cambiamento, ritiene credibile Renzi ,   voterà si.. Punto.

La questione va dunque ricondotta ad uno  scontro  di fondo in atto da un ventennio,  non solo politico, ma anche etico e sociale,  tra  la conservazione di un sistema malato e funzionale ai poteri forti, rappresentato ora  da Renzi e dall’attuale sistema partitocratico  e l’inizio di un vero, possibile, cambiamento.

Per quanto riguarda invece il ragionamento sul metodo utilizzato per la riforma, mi pare che ognuno dovrebbe semplicemente porsi  queste domande:

-può un cittadino onesto, col senso della giustizia e della democrazia, accettare che una riforma costituzionale, sia fatta  a colpi di maggioranza, con il supporto di personaggi come Verdini, senza alcun coinvolgimento delle opposizioni?
-che sia partorita da un parlamento eletto in modo incostituzionale e da un Presidente del Consiglio neppure eletto dai cittadini?

Se  non bastasse, vorrei ricordare  i trucchi squallidi, che i promotori del si  hanno utilizzato, a partire dalla pubblicità ingannevole dei quesiti sulla scheda, l’utilizzo massivo delle tv controllate da Renzi. E’ proprio grazie a queste piccole e grandi disonestà di azione, nei fatti e comportamenti, che un politico si rende o no credibile a un Paese quando propone una riforma che traccia le regole per  tutti i cittadini italiani e che ci dovremo sorbire con la sua negatività per molti anni Pensiamoci bene prima di rendere questo cattivo servizio ad un ?Paese già disastrato dalle caste.

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