mercoledì 9 novembre 2016

VINCE TRUMP? TENIAMOCI STRETTO ED ESPORTIAMO IL MODELLO PENTASTELLATO

Il terremoto politico generato dalle elezioni americane, è solo la prima grande crepa in un sistema globale malato, destinato a subirne ben altre, anche di riflesso  in una  Europa afflitta dalla stessa patologia.
 Leggendo le prime reazioni, stupisce …lo stupore: le travi della casa globale sono marce da tempo, tutti lo sapevano e lo sanno,  ma nessuno ha mai pensato a trovare il modo di  ripararle. Anzi molti di coloro che ora si stracciano le vesti ne sono stati indirettamente complici. Probabilmente continueranno ad esserlo.


 Il conformismo mediatico, il  declino delle ideologie, l’aumento esponenziale del divario tra ricchi e poveri, l’impoverimento del ceto medio la profonda crisi dei valori etici e democratici sono solo alcuni dei tarli che hanno minato la struttura di un sistema capitalistico mutato, in questi ultimi anni, Moloch in un finanziario diretto da lobby e poteri forti, cui anche Obama ha dovuto inchinarsi. 
Non dovrebbe stupire affatto dunque che i cittadini, privati di ogni diritto, depredati,   trattati per anni come pecore,  si stiano ribellando e che la rabbia montante rischi, in tutti i paesi, di portarci , ovunque verso una deriva a destra.

In Italia, fortunatamente abbiamo un modello politico  alternativo assai  diverso. Teniamocelo dunque ben stretto ed anzi pensiamo a migliorarlo, ad esportarlo invece di cercare  ( lo dico ai tanti media asserviti al potere)di delegittimarlo ogni giorno. Un cambiamento possibile,  fondato sul ritorno al senso ed ai valori della comunità,   sulla democrazia diretta e partecipata,  sul tentativo di ridare voce ai cittadini  a quella economia reale oggi profondamente in crisi, a tutti coloro  che passivamente in questi anni hanno sostenuto e delegato la direzione del paese a pifferai  che  di  quel sistema malato sono stati burattinai e  burattini. 

 Il pensiero unico dei media asserviti a questi poteri, d’ altro canto,  non è bastato a sorreggere le mura un establishment  ormai inviso alle masse americane ed europee. La paura del salto nel buio non funziona più come  i sondaggi  compiacenti e rassicuranti.

 E’ tragicomico assistere oggi allo scorno di tutti coloro che davano vincente la Clinton e che, però, ancora sembrano non aver  percepito che un vecchio mondo sta finendo  e che  dipenderà  da tutti noi limitarne i danni e gestire le  inevitabili scosse di assestamento. 

Il prerequisito sarà quello di  cercare nuove vie alternative che riportino al centro l’uomo ed i suoi bisogni reali, l’uguaglianza , la democrazia reale, la solidarietà  come valori imprescindibili, soprattutto a quella redistribuzione della ricchezza  attraverso una riduzione drastica del potere di mercati e finanza, che ci riporti ad uno sviluppo sano  delle economie nei vari paesi.
Per fare tutto questo occorre però uscire dalla passività e mettersi in gioco , informarsi, formarsi un senso critico. Votare con la testa e non con la pancia, smetterla di delegare ad altri il nostro destino.
Tutte cose che ne’ le destre estreme, con la loro demagogia, nè  Trump ovviamente , nonostante la sua propaganda di uomo anti-sistema, saranno mai in grado di fare perché sono solo l’altra faccia della stessa medaglia taroccata.

Quando gli Americani se ne accorgeranno, noi forse potremo evitare, almeno qui in Italia, di avere  al governo altri fantocci di finta sinistra e destra, quelli che probabilmente in molti altri paesi, sfruttando l’effetto Sturm-trump-pen, avanzeranno nei sondaggi e , vista l’inconsistenza e l’assenza di una sinistra decente, prenderanno le redini di molti stati.
Un po’ quel che accadde in Europa, anche se per ragioni e cause diverse,  prima dell’avvento del Fascismo e del Nazismo.  

Il voto al referendum costituzionale, anche se in modo ancora parziale , ci darà un primo segnale di dove gli Italiani vogliono andare.

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