In questi giorni di
campagna elettorale, mi capita di assistere a trasmissioni televisive o talk,soprattutto al mattino, sulla 7, dove,
alla faccia di ogni regola di par condicio, si
“spettegola” quotidianamente sul M5S in
assenza totale di contraddittorio, con ospiti,
spesso fissi, della partitocrazia e nessun rappresentante del M5S.
Sono consapevole che nessuno di noi potrà mai essere,
neppure il giornalista più attento e corretto, completamente obiettivo ed
imparziale, ma in alcune di queste
trasmissioni si sta davvero raggiungendo il colmo di una intollerabile faziosità e scorrettezza politica.
Poiché mi hanno
insegnato che parlare male degli assenti è già di per sé un atto eticamente scorretto, ne sono, francamente nauseato.
D'altra parte, anche
in altri programmi più prettamente
di informazione, la musica non cambia. Anche se in modo più sottile, si
utilizzano vecchie tecniche per screditare l'intervistato, quasi sempre il penta-stellato di turno, con
continue interruzioni,
battutine, domande tendenziose
o il
supporto di servizi mirati, al fine di
delegittimarne l’azione e l’immagine del partito o movimento di
appartenenza sgradito al conduttore.
Non mi soffermo sulle
falsità o mistificazioni nelle notizie di
alcuni giornali perchè sarebbe
troppo lungo e questo giochino è altrettanto evidente. Qui le tecniche variano e servono, in sostanza,come base di partenza per veicolare alcune notizie in alcune trasmissioni
televisive, riprese poi con enfasi dai vari conduttori, appunto per completare
questo ciclo di propaganda spesso anti M5S.
Poiché penso che la maggior parte degli spettatori non siano
degli sprovveduti, data l’evidenza di questa disparità di trattamento, credo
che questo andazzo finisca
paradossalmente col favorire una
crescita di consensi per il M5S. Tuttavia il problema di un rispetto minimo delle regole che l’Agicom ha
pure indicato, per impedire questa
deriva antidemocratica, rimanga e vada coraggiosamente affrontato e discusso.
Non ho certamente io il titolo per farlo, lo dovrebbero fare gli organi terzi
preposti e coloro che l’informazione la producono oltre che i rappresentanti di
una politica onesta e rispettosa della Democrazia.
Posso solo domandarmi
come cittadino, perché l’ organismo sopra citato resti a guardare e non intervenga.
Comunque la si pensi politicamente, credo che chi ha a cuore
la correttezza, l’obiettività ed onestà intellettuale della nostra
informazione, non a caso precipitata
negli ultimi posti al mondo per credibilità, non possa che indignarsi e sperare
che, almeno negli ultimi giorni di campagna elettorale, qualcuno intervenga a far cessare questo scempio.
D’altra parte, sperare che i cittadini facciano giustizia
nelle urne non mi pare comunque la via più giusta per risolvere questo problema
fondamentale per la nostra democrazia. Sicuramente a medio e lungo termine,
bisognerà trovare soluzioni per
riformare profondamente il nostro sistema informativo se davvero
vogliamo garantire un futuro a questo Paese, già disastrato da anni di mala
politica, di asservimenti al potere e di corruzione una possibilità di
rinascita.
Non esiste libertà
vera se la nostra informazione non lo è,
se non ci sono di regole che vengano
fatte applicare pur garantendo la massima libertà di espressione ai mezzi di
informazione. Infine credo sarebbe
utile cercare di educare, fin dalla
scuola, il futuro cittadino all’ acquisizione di un
metodo critico di analisi della realtà politica e sociale.
Per l’immediato servirebbe invece che gli organismi di controllo si facciano
sentire concretamente con sanzioni
che facciano capire che libertà
di espressione non significa che, ogni
conduttore i televisivo possa
spadroneggiare in Tv, invitare chi gli pare,
senza rispettare alcuna regola e
quei milioni di cittadini che, a torto o ragione, credono e votano per
un movimento di opposizione a loro
sgradito utilizzando scorrettamente la propria posizione di privilegio.